martedì 24 febbraio 2009

La conversione dei templi - per il Giorno Pagano Europeo della Memoria

[...] la testimonianza di Eusebio, [che] nel Triakonterikos logos, composto nel 336 per i trenta anni del regno di Costantino, riporta le decisioni prese dall'imperatore in materia: tutti i templi erano stati privati delle statue degli dei, degli oggetti preziosi ed alcuni, fra i più famosi dell'antichità, erano stati distrutti o trasformati in chiese.
Si possono menzionare soltanto i casi più clamorosi: nella sola Costantinopoli, infatti, il tempio di Zeus fu trasformato nella chiesa di S. Mocio e nella stessa città al posto di altrettanti templi verranno consacrate le chiese di Haghia Sophia, di Haghia Eirene e di Hagios Menas, infine, un altro tempio fu distrutto per costruire al suo posto una chiesa intitolata alla Vergine Maria, successivamente dedicata a S. tecla. Analoghi episodi, dettati dalle disposizioni imperiali, si verificarono in altre località della parte orientale dell'impero; fra questi basta citare i più famosi: la distruzione dei templi di Afrodite in Afaca, quello di Asclepio in Aigai e di Astarte a Gerusalemme, dove, nello stesso luogo, venne edificato il complesso del S. Sepolcro.


Tratto da: Gianfranco Binazzi, La sopravvivenza dei culti tradizionali nell'Italia tardoantica e medievale, Perugia, Morlacchi, 2008 p. 18

NEL GIORNO PAGANO EUROPEO DELLA MEMORIA, PER NON DIMENTICARE

mercoledì 18 febbraio 2009

Celebrazioni del Giorno Pagano Europeo della Memoria

Il Giorno Pagano Europeo della Memoria cade quest'anno di martedì.
Il rito della Federazione Pagana per celebrarlo si terrà però sabato 21 febbraio, presso il Bosco Sacro di Jesolo, al tramonto. Purtroppo la situazione non è favorevolissima per chi viene da fuori: a Jesolo non c'è stazione e gli autobus che vanno e vengono dalla stazione di Mestre non viaggiano oltre le ore 21, e questo limita la partecipazione al rito. La temperatura è troppo bassa per pernottare in tenda e nessuno dei partecipanti è in grado di offrire una sistemazione. Chi potesse viaggiare con un mezzo proprio e volesse partecipare, contatti la Federazione Pagana all'indirizzo email claudiosimeoni@libero.it ; portate tamburi o strumenti musicali simili e magari una torcia elettrica per quando, finito il rito e fattosi buio, si torna alle auto.
Non ci sono pervenute altre segnalazioni di riti di celebrazione; se celebrate il rito individualmente o privatamente, magari con l'accensione di un fuoco, anche piccolo, anche una candela, inviateci se possibile una foto: facciamo sentire la nostra voce, facciamo sapere di essere in tanti.

giovedì 12 febbraio 2009

La sopravvivenza dei culti tradizionali nell'Italia tardoantica e altomedievale

Gianfranco Binazzi è l'autore di La sopravvivenza dei culti tradizionali nell'Italia tardoantica e altomedievale, pubblicato nel 2008 da Morlacchi Editore.
In questo ben curato volume si parla di come gli editti degli imperatori (a partire da Costantino, ben prima quindi della legislazione di Teodosio che fece del cristianesimo la religione dello stato) non siano riusciti a spegnere la religione tradizionale, che in maniera più o meno sotterranea e sotto forme più o meno trasformate, sarebbe riuscita ad arrivare in qualche caso fino al medioevo, anche in Italia.
Dall'introduzione:

Alla fine del IV secolo, dunque, se si fa fede alle parole degli scrittori cristiani, nonché alle espressioni delle costituzioni imperiali contro i culti pagani, il cristianesimo aveva attirato a sé la popolazione delle città, a partire da Roma, mentre il culto di Cristo unitamente a quello dei martiri aveva soppiantato quello delle divinità tradizionali. Ma è evidente che tale rappresentazione della realtà risentiva fortemente dello spirito di parte proprio degli apologeti della nuova religione e che si prestava scarsa attenzione ai "vinti", cioè a coloro, allora certamente non pochi, sia nelle città che nelle campagne, che ancora si identificavano nella religione tradizionale.
Voci discordanti, come quelle di Giuliano, di Libanio e di Eunapio, o quelle della aristocrazia senatoria romana, furono rese silenti dalla storia, che da allora verrà monopolizzata dai "vincitori", capaci di trasmettere un quadro monocromo, raccontando la rapida trasformazione, a partire da Costantino, dell'impero romano in impero cristiano e dall'altrettanto rapida scomparsa dei culti tradizionali
Il volume, di 140 pagine circa, si compone di due parti e questo è il suo indice:
  • Introduzione
  • La politica relativa ai templi da Costantino a Teodorico
  • La sopravvivenza dei culti tradizionali in Italia
    • La Tarda Antichità
    • L'età di Gregorio Magno (590-604)
    • I Longobardi
    • Gli ultimi pagani
  • Conclusioni
Completano il volume una ricca bibliografia e indici dei nomi e dei luoghi.
La prima parte è particolarmente interessante anche per quanto riguarda il progetto del GPEM del Censimento dei siti sacri precristiani riutilizzati per chiese cristiane. Nei prossimi giorni posterò anche delle citazioni, sempre da questo libro, in merito.

Gianfranco Binazzi, La sopravvivenza dei culti tradizionali nell'Italia tardoantica e medievale, Perugia, Morlacchi, 2008. 144 p, € 15