venerdì 27 giugno 2008

Il calendario dell'Odissea: un'eclissi svela le date

Articolo di Pietro del Re su Repubblica di Mercoledì 25 giugno 2008:

Esplorando eventi celesti che si produssero più di 3000 anni
fa, due astronomi si dicono oggi in grado di datare con precisione il giorno in
cui Ulisse, una volta tornato ad Itaca ed essersi fatto accogliere a corte come
un mendicante, infilzò i proci col suo pesante arco. Sulla rivista
dell'Accademia americana delle Scienze, Marcelo Magnasco della Rockefeller
University di New York e Costantino Baikouzis dell'osservatorio argentino di La
Plata sostenzono che l'eclissi totale di sole descritta da Omero nel ventesimo
libro dell'Odissea è un episodio cosmico realmente avvenuto il 16 aprile 1178
avanti Cristo. Setacciando i testi omerici, i due ricercatori hanno identificato
quattro descrizioni dettagliate di eventi celesti che compaiono prima, durante e
dopo la strage dei pretendenti compiuta da Ulisse.
Ovviamente la loro scoperta non dice se Ulisse si vendicò
davvero sui tracotanti proci che intendevano convincere Penelope a scegliere tra
di loro un nuovo marito, o se le sue gesta furono soltanto frutto della fantasia
del poeta cieco. tuttavia questa rivelazione conferisce un'aurea di veridicità a
uno dei più celebri poemi della letteratura occidentale, composto tra l'800 e il
700 a.C., circa quattrocento anni dopo la guerra di Troia.
Con i loro calcoli gli astronomi hanno dimostrato che quelli
che potrebbero sembrare ambientazioni poetiche sono riferimenti astronomici
precisi che si sono susseguiti con la stessa cadenza descritta da Omero a
cavallo di un'eclissi totale di sole, quella del 1178 a.C. appunto, che nel
testo accompagna la discesa dei proci nell'Ade.
Grazie al computer, i due astronomi hanno ricostruito la
posizione dei pianeti e delle costellazioni intorno a quell'eclissi, e scoperto
che i riferimenti dell'Odissea sono assolutamente coerenti. Dicono gli autori
dello studio: "Visto dalle isole dello Ionio, fu un evento spettacolare che
mostrò tutti i pianeti simultaneamente nel cielo, con le Pleiadi poste in cima
alla corona del Sole".
Ma quali sono gli eventi celesti che hanno consentito di
datare la mattanza degli usurpatori al trono di Itacca? Primo: il giorno della
strage, scrive Omero, ci fu la luna nuova, che è un prerequisito dell'eclissi
solare. Secondo: sei giorni prima di quella data, Venere era luminosa e alta nel
cielo. Terzo: ventinove giorni prima l'ammasso delle Pleiadi e la Costellazione
del Boote erano simultaneamente visibili al tramonto. Quarto: trentatrè giorni
prima del massacro, il pianeta Mercurio era alto nel cielo e ben visibile al
tramonto.
Ognuno di questi fenomeni si produce indipendentemente dagli
altri, è quindi la loro concomitanza a poter indicare una data possibile.
Soprattutto se si manifestano a distanze precise dall'eclissi citata il giorno
del ritorno di Ulisse dal profeta Teoclimeno. Il quale preannuncia che, dopo la
morte avvenuta per mano di Odisseo, i cento e passa proci sarebbero discesi
nell'Ade mentre sulla Terra "cadeva una densa caligine e il sole scompariva dal
cielo".
Già il greco Plutarco interpretò queste parole con il
significato di un'eclisse totale. Studi recenti hanno confermato che in quella
data tale evento si verificò sull'Egeo. Ciò indicherebbe anche che la caduta di
Troia avvenne tra il 1192 e il 1184 prima di Cristo. Il merito dei due astronomi
è stato di chiedersi quante volte, in un lasso di tempo compreso tra il 1250 e
il 1115 a.C., si sono potuti produrre assieme i quattro eventi celesti
individuati nell'Odissea. La risposta del computer è stata eloquente: una sola,
in data 16 aprile 1178.
Quel giorno, ripetutamente schernito dai proci, Ulisse
accetta di partecipare alla gara organizzata da Penelope, che aveva promesso di
consegnarsi in sposa a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dal
pesante arco del marito facendola passare per le fessure di dodici scuri.
L'impresa non riesce a nessuno dei pretendenti e così l'ultimo tentativo spetta
a lui, che, dopo aver scaldato l'arco sulla fiamma, lancia la freccia vincente.
A questo punto non gli resta che scatenare la vendetta.
Né Magnasco né Baikouzis s'azzardano a voler dimostrare una
qualsiasi autenticità a quanto narrato nel poema omerico. Sostiene umilmente uno
dei due: "Se chi oggi legge l'Odissea può riscontrare la veridicità di un evento
cosmico che vi è descritto, ebbene ciò basterebbe a rendermi felice.

3 commenti:

Giuseppe Matteo Amenta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Giuseppe Matteo Amenta ha detto...

Veramente molto interessante...

Solo non capisco come si fa a datare in questo modo la distruzione di Troia... In maniera rozza dato che la storia dell'Odissea dura 10 anni e inizia subito dopo la caduta di Troia dovrebbe essere il 1188.

Le tradizione danno altre date, recenti studi fanno concidere Troia con Hattusa la cui distruzione è avvenuta nel 1190.

Riassumendo, questa cosa ci dice la data dell'uccisione dei Proci, non la data della caduta di Troia, qual'è il ragionamento che ci sta dietro?

Giuseppe Matteo Amenta

Giorno Pagano della Memoria ha detto...

Credo che il ragionamento fatto dai due autori, di cui però non ho letto l'articolo originale, ma solo questa sintesi di Repubblica, tenga conto di altre variabili. In pratica si parte dalle coincidenze astronomiche per tener conto anche dell'ipotetico percorso di Ulisse, di altre scoperte come quella che citi (ma non so quale autore l'abbia formulata e su quali basi, tu per caso te lo ricordi?) e del fatto che "dieci anni" per il ritorno di Ulisse potrebbero essere un luogo comune poetico per dire "tanti anni". Poi, trattandosi di un'opera letteraria, bisogna tener conto del fatto che l'episodio dei Proci è stato ambientato in quel periodo con quegli eventi astronomici, ma questo non indica necessariamente una datazione paragonabile a quelle storiche. Non credo che fosse neppure intenzione degli astronomi di dare una datazione storica certa.