La rivista Archeo di Novembre dedica un dossier ad Omero, in occasione della mostra allestita ai musei Reiss-Engelhorn, a Mannheim, in Germania, aperta fino al 18.01.2009. In questo dossier attira l'attenzione l'articolo di Fabrizio Polacco, che lamenta la trascuratezza dei programmi scolastici nei confronti di Omero, dell'epica e della storia antica in generale. Noi del Giorno Pagano Europeo della Memoria e della trasmissione "Ritorno ad Alessandria" non possiamo che unirci a lui (per quanto l'inserimento di un autore nei programmi scolastici spesso tenda ad uccidere il piacere della lettura dell'autore stesso) e vi proponiamo qui il suo articolo:
"Tralasciamo per un istante gli studenti che frequentano il triennio del liceo classico: nel resto del sistema scolastico italiano lo studio di Omero e dei suoi capolavori non è mai prescritto espressamente. Alle medie troviamo l'apprendimento di "elementi caratterizzanti il testo poetico (lirica, epica, canzone d'autore)" o, ancor più vagamente, di "esperienze autorevoli di lettura come fonte di piacere e di arricchimento personale". E' da sperare che l'insegnante di turno dia il giusto peso all'autorevolezza "degli elementi caratterizzanti" di Omero, tuttavia, è esperienza quotiniana che oltre la metà dei ragazzi che arrivano alle superiori non ha mai letto o non ricorda brani omerici. E al liceo? Paradossalmente qui permangono i programmi di una volta (quando Iliade e Odissea alle medie si leggevano, eccome, e perciò i ragazzi dovrebbero avvicinarsi all'epoca cominciando... dall'Eneide. Per fortuna, il buon senso di molti insegnanti e la produzione editoriale scolastica ovviano a tale incoerenza con antologie sintetizzanti lo sviluppo dell'epica dai Sumeri all'ellenismo. Ma si tratta pur sempre di pochi brani, e, per far entrare Omero dalla porta del primo anno, si deve tagliare il povero Virgilio o buttare fuori Manzoni dalla finestra del secondo. Insomma, la coperat rimane troppo corta, e comunque per fornire un'idea complessiva e non superficiale di almeno uno dei due poemi omerici si dovrebbe trascurare del tutto l'altro.
"Tuttavia Omero non andrebbe solo letto, ma anche capito. E qui entra in gioco il duplice colpo di maglio che ha colpito lo studio della storia antica. Nel 1996 un decreto del ministro Berlinguer ha ridotto ai minimi termini la storia greco-romana nelle superiori, mentre nel 2004 la riforma Moratti l'ha addirittura eliminata dalle medie e retrocessa alla IV elementare. Perciò quei pochi studenti che, nonostante il silenzio dei programmi, leggono ancora Omero, non hanno gli strumenti per inquadrarlo culturalmente né storicamente. E quella piccola percentuale che frequenta il classico? Spesso senza averne un'idea di assieme, ne legge in greco, e con l'ausilio di una valanga di note sì e no duecento versi. Questa di Omero è una vera occasione perduta dalla scuola italiana, poiché nulla come le vicende di Achille e di Odisseo saprebbe appassionare bambini e ragazzi. E invece alle medie si propone loro di "operare transcodifiche (da un genere letterario all'altro) e contaminazioni (di più testi e più stili)". Neanche fossero tanti piccoli Terenzio o James Joyce... Di questo passo, dovremo ringraziare Brad Pitt e il suo forsennato Achille del film Troy, per aver garantito la continuità della tradizione classica".
"Tuttavia Omero non andrebbe solo letto, ma anche capito. E qui entra in gioco il duplice colpo di maglio che ha colpito lo studio della storia antica. Nel 1996 un decreto del ministro Berlinguer ha ridotto ai minimi termini la storia greco-romana nelle superiori, mentre nel 2004 la riforma Moratti l'ha addirittura eliminata dalle medie e retrocessa alla IV elementare. Perciò quei pochi studenti che, nonostante il silenzio dei programmi, leggono ancora Omero, non hanno gli strumenti per inquadrarlo culturalmente né storicamente. E quella piccola percentuale che frequenta il classico? Spesso senza averne un'idea di assieme, ne legge in greco, e con l'ausilio di una valanga di note sì e no duecento versi. Questa di Omero è una vera occasione perduta dalla scuola italiana, poiché nulla come le vicende di Achille e di Odisseo saprebbe appassionare bambini e ragazzi. E invece alle medie si propone loro di "operare transcodifiche (da un genere letterario all'altro) e contaminazioni (di più testi e più stili)". Neanche fossero tanti piccoli Terenzio o James Joyce... Di questo passo, dovremo ringraziare Brad Pitt e il suo forsennato Achille del film Troy, per aver garantito la continuità della tradizione classica".
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